Sono sdraiato sulla pelle della nave
con la salsedine sottile
in un abbraccio di vento.
Sono sdraiato su placche metalliche
incrostate di ruggine e sale
che tasto ad una ad una con le costole
rigirandomi nel sonno.
Sono sdraiato sul Mar Caspio
che è trivellato in ogni punto
e l’abbandono
si fonde al petrolio
al fumo denso
che la nave affida al vento.
Sono sdraiato sotto le stelle
in compagnia di 20 ragazzi
in attesa della luna sulla steppa.
Nostro compagno è il tempo
e il sogno del deserto
lontano verso est.
Giuseppe Barbareschi