Mi hai chiesto cos’era successo e poi dove si andava
ti ho detto ormai che adesso non si faceva niente
e poi ci siamo guardati in fronte e ci siamo chiesti
di cosa si stava parlando, quale fosse il nostro intento
quale fosse il nostro argomento – e ci siamo visti i nasi
com’erano profondi ci abbiamo messo le mani dentro
come a scavare tu nella tua borsa nuova, io nel mare.
E mentre scavavamo nei rispettivi nasi – con le narici
aperte per annusarci i corpi che ci eravamo spalancati
nel silenzio a tuffi carpiati tu mi hai urlato dal profondo
del mio naso e io ti ho chiamata dal profondo del tuo naso
e ti ho chiesto – e me lo hai chiesto anche tu mi sembrava:
DI COSA STAVAMO PARLANDO – TE LO RICORDI?
Avevo iniziato il discorso dicendo dei tuoi occhi e
e allora siccome sono timido alla fin fine ho spostato
l’argomento sul tuo naso e ora guardaci, ci siamo persi
nei nostri nasi – annusandoci come i cani nei sederi,
nei nasi, negli angoli bui dei posti che frequentiamo
sentendoli nostri anche se poi li ignoriamo, eccoci
dentro il naso abbiamo preso le distanze dal mondo
perdendoci in questo discorso profondo, e tu annusa
anche se non mi sono ancora lavato, ormai sei andata
così dentro il naso che puoi sentire dove iniziano le cose
prima che vengano annusate, e poi dimenticate come
quello che ti stavo dicendo sul profumo dei tuoi occhi.
Poem by Alessandro Burbank